Biblioteche in Italia: un’analisi tra dati e consumi degli italiani

La situazione delle biblioteche in Italia, oggi, non è così drammatica come si pensa, nonostante sia in ascesa il consumo di letture digitalie seppure i numeri non si mostrino all’altezza di quelli che un paese culturalmente avanzato dovrebbe registrare. Prendendo in esame la ricerca Istat Fruizione delle biblioteche, lettura di libri e generi di libri letti, prelettura dei bambini di 3-5 anni”che fa riferimento al 2015, si può ricavare una stima legata alla fruizione e, in generale, rilevare alcuni dati che riguardano appunto le biblioteche in Italia.L’indagine è stata volta su un campione di circa 17mila famiglie attraverso la tecnica mista sequenziale Computer helped web interviewing (Cawi) e la Paper and pencil speaking with (Papi). L’abitudine di frequentare le biblioteche in Italia o anche semplicemente di leggere, che sia nel pace libero o per motivi professionali e scolastici, così come la prelettura dei bambini in età compresa tra 3 e 5 anni non sono molto diffuse. Per quanto riguarda la fascia tra i 3 e i 5 anni, però, il 46,8% di questi bambini legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati da solo al di fuori dell’orario scolastico tutti i giorni (in particolare sono le bambine advertisement aver mostrato un maggiore interesse per queste attività).

Chi chiede libri in prestito nelle biblioteche in Italia?Dell ‘ampia fascia

di popolazione dai 6 anni in su(quindi anche gli studenti di tutte le età), solo il 15%ha dichiarato di essere stato in biblioteca almeno una volta nei 12 mesi che hanno preceduto l’intervista. Diquesti solo il 39,2%lo ha fatto nel proprio tempo libero e solo il 60%prende in prestito libri (la maggior parte di essi non avrebbe neanche la licenza media ). Per confermare o ribaltare le aspettative si è rivolta particolare attenzione agli studenti, per comprenderne in merito le abitudini: è quasi il 77%delle persone con licenza elementare a frequentare la biblioteca prendendo in prestito dei libri, superando di gran lunga i laureati o anche solo i diplomati che invece preferiscono, in biblioteca, consultare i giornali. Queste strutture diventano così una indispensabile risorsa per chi ha un titolo di studio inferiore alla licenza media, al diploma o alla laurea.Differenze non troppo marcate sussistono anche tra la percentuale di lettori che coinvolge operai e disoccupati e la percentuale di dirigenti e imprenditori che frequentano le biblioteche in Italia, segnando un 5 %per i primi e un 12 %per i secondi.Il gap non è solo culturale ma anche geografico Il titolo di studio, comunque, non è l’unica caratteristica che vincola la frequentazione delle biblioteche o minaccia le percentuali di lettori: il gap, purtroppo, è anche marcatamente geografico e al Sud si frequenta la biblioteca molto meno che nel resto d’Italia. Nello specifico, il pessimo primato lo consegue la Campania, dove i lettori sono solo il 42% della popolazione.Tranne la Sardegna, infatti, nel resto del Meridione non si supera il 9%. Nel Nord Italia la situazione è diversa, dato che le percentuali sono sempre superiori al 20 %e in Trentino-Alto Adige si tocca quasi il 36 %. La città che più frequenta le biblioteche e si aggiudica il primo posto è Trento, seguita immediatamente da Bolzano.Biblioteche in Italia: importanti presidi culturali e sociali Un dato è certo: si legge davvero poco, indipendentemente dal proprio titolo di studio: il 52 %dei lettori laureati italiani legge al massimo 6 libri l’anno, come il 77 %di chi non ha alcun titolo di studio. Se invece si prende in considerazione una quantità più elevata di libri all’anno, advertisement esempio più di due al mese, a leggerli sono solo il 5%dei lettori laureati e il 2% di chi ha solo la licenza elementare. Il distacco, quindi, continua a non essere significativo.Nonostante questa stima non propriamente ottimistica, una istituzione come la biblioteca riesce a mantenere un posto di prestigio come importante presidio culturale e sociale. Come indica l’infografica de Il Sole24Ore, a cui appartiene l’indicazione sulla quantità di libri letti in un anno, i testi a stampa e digitali sono in questo modo sempre garantiti a chi altrimenti non potrebbe permetterseli.Bisogna, allora, che si lavori maggiormente perché le biblioteche diventino centri di socialità, soprattutto per chi ha studiato di meno. A cura di: Francesca Paola Esposito Autore Within Marketing & copy RIPRODUZIONE RISERVATA E’vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

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